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Cloud Pubblico: rehost, replatform, replace, quale l’approccio giusto?

Giovedì, 20 Giugno 2019 08:01
Pubblicato in Cloud Computing

La trasformazione digitale continua a creare opportunità per le imprese in tutto il mondo, che negli anni hanno cominciato a dare sempre più priorità ai programmi di trasformazione in grado di garantire una crescita continua.

Molti li vedono infatti come la chiave per diventare più competitivi e una necessità per stare al passo con un ambiente dove il business è sempre in rapida evoluzione.
E il cloud, in questi termini, è fondamentale per il successo.


Per anni, i CIO sono stati intrappolati in una trappola dove la spesa IT era ripartita 80/20: l'80% del budget destinato al supporto continuo e solo il 20% da poter dedicare a nuove iniziative.
Gli utenti del cloud, invece, assegnano solo circa il 69% dei propri fondi al supporto continuo, aprendo quindi il 31% del budget all’innovazione.
Non si tratta di un’equazione così scontata: la comprensione di ciò che può essere raggiunto con il budget extra per l'innovazione è fondamentale per le aziende che hanno intenzione di abbracciare pienamente il cloud e il suo potenziale.

Le Six R's

Per aiutare a informare i CIO a proposito di strategie cloud, affronteremo quattro delle “six R’s” per l'adozione del cloud pubblico - rehost, replatform, refactor e replace - in quanto c’è sempre bisogno di chiarezza per quanto riguarda gli aspetti complessi di ciascuna di queste strategie di migrazione.

Le due R mancanti - retain e retire - non saranno affrontate nel dettaglio perché, sebbene siano parte integrante del processo decisionale, non richiedono strettamente la migrazione intesa come azione. Una società troverà queste opzioni funzionali solo se:

  • Non esiste alcuna giustificazione commerciale per migrare le applicazioni nel cloud (retain)
  • Le applicazioni duplicate o ridondanti richiedono la disattivazione (retire)

Per tutti gli altri scenari, i metodi illustrati di seguito ti forniranno indicazioni su quale strategia potrebbe essere la più appropriata per le esigenze della tua azienda.

Rehost - il "lift and shift"

In uno scenario tipico, il primo passo per la migrazione è il rehosting, in quanto è il che metodo comporta rischi e sforzi minimi per lo spostamento dei carichi di lavoro tradizionali del data center sul cloud.
Per rehosting si intende infatti “il trasloco” delle applicazioni e dei servizi esistenti eseguiti su macchine bare metal o virtuali in un data center tradizionale, su macchine virtuali in esecuzione sul cloud.

In primo luogo il rehosting riduce drasticamente i costi operativi e di infrastruttura.
Utilizzando questo metodo, le applicazioni saranno più facili da riprogettare e ciò andrà a beneficio dell'organizzazione sul lungo termine, perchè incoraggerà un approccio cloud-first e porterà a uno sviluppo di competenze interne all'azienda.

Replatform, refactor, replace

A causa delle loro somiglianze, considereremo questi metodi di migrazione come un unico gruppo.

Il replatforming è una strategia che prevede alcune ottimizzazioni del cloud durante la migrazione e offre alcuni vantaggi immediati, senza rischi eccessivi: servizi cloud comuni, come il bilanciamento del carico, che possono essere sfruttati durante la migrazione per ridurre il numero di macchine virtuali, configurazioni e processi operativi da migrare senza modificare l'applicazione esistente.

Il refactoring è un metodo invece per trasformare un'applicazione non cloud in un'applicazione cloud-native.
La strategia di migrazione cloud-first altera tutto ciò che riguarda l'applicazione: i componenti, il codice dell'applicazione e i dati stessi.
Essa è guidata dalla necessità delle aziende di aggiungere funzionalità, scalabilità o prestazioni che altrimenti sarebbero difficili da ottenere nell'ambiente esistente.

Sebbene questa sia certamente l'opzione più costosa per la migrazione del cloud, se la tua azienda sta cercando di aumentare l'agilità e migliorare la continuità aziendale, questa è sicuramente la strategia più vantaggiosa a lungo termine.

Il replacing è il metodo più semplice e sicuro per eseguire servizi nel cloud.
Migrando attraverso le applicazioni di un provider, le aziende possono infatti evitare gran parte dell'impegno necessario per la configurazione cloud.
Nonostante vi siano comunque alcuni rischi associati a questa modalità di migrazione (tipo la mancata corrispondenza della riconfigurazione del nuovo servizio), rimane comunque la migliore opportunità per le aziende di combinare e integrare componenti che sono stati migrati con un altro metodo.

I vantaggi del cloud

La scelta della giusta strategia di migrazione può aiutare la tua azienda a sfruttare i vantaggi del cloud, che oggi sono fondamentali per rimanere competitivi sul mercato.
Prendere la decisione di trasferire applicazioni o interi servizi nel cloud può essere un cambiamento coraggioso per un'azienda.
Tuttavia, un modello di business abilitato al cloud è uno dei modi in cui un'azienda può innovare e scoprire nuove opportunità.
Quando un'azienda decide finalmente di migrare al cloud, è un momento incredibilmente unico.
La strategia cloud di ogni società, seppur sfruttando lo stesso insieme di principi e tecniche, è strettamente “personale”.
Ciascun viaggio di migrazione al cloud è quindi un momento chiave nello sviluppo del proprio business, per tutte quelle aziende che vogliono continuare a espandersi e svilupparsi, ma soprattutto rimanere in continua evoluzione.